MANCINI MARA

MANCINI MARA
MANCINI MARA

Dicembre 1994. Sagittario, segno di fuoco.
A 3 anni leggevo con gli occhi di mia madre perché coi miei non sapevo farlo. Lei mi leggeva le
filastrocche e io le imparavo a memoria. Le favole, le poesie. E io le facevo mie.
A 4 anni mi divertivo a fare la modella davanti alla macchina fotografica e l’attrice davanti alla
telecamera.
A 5 si ruppe una delle due rotelle posteriori della bici. Non essendomene accorta, a furia di provare
trovai l’equilibrio. Forse le cose più importanti le ho imparate per caso.
A 6 chiacchieravo così tanto che mia madre mi propose un gioco: scrivere su un quaderno tutto ciò
che avrei voluto dirle. Le righe, le mie uniche amiche.
A 7 mi nascondeva i giochi, le bambole. Per farmi fare i compiti. Allora io animavo due penne,
immaginando situazioni e inventando dialoghi. Quelle non poteva togliermele.
A 8 non volevo raccontare di me nei temi in classe, così scrivevo storie talmente realistiche da
poterle spacciare per vere.
Da sempre, testarda e ribelle.
Attualmente, amante. Della vita. Io amo la libertà. E la vita. La amo così tanto da accettare anche
quando mi sbrana, mi turba, mi condanna. Per poi ritrovarmi e ricominciare. Perché se ami lasci
fare. E poi, chi l’ha detto che non si può sbagliare?
Mi piace perdermi tra le righe, per questo leggo. E perdermi tra le strade, il motivo per cui viaggio.
Avventurarmi, abbandonarmi, librarmi.
Mi piace la notte. La notte, la luna. E amo la luce. I vetri e gli specchi. E la cioccolata con le
nocciole. Al latte.
Amo l’estate. E l’alba, quanto il tramonto.
I fiori, i colori, i profumi. La verità e il mare. Le novità, i cambiamenti. Le voci e il silenzio. Le
parole, ma anche i fatti.
E non mi piace aspettare, mentre io ritardo sempre.
Non sopporto le regole, gli obblighi, le imposizioni. I rimproveri, i consigli. Le bugie, i tradimenti. I
marciapiedi e le bilance. Le scadenze e i divieti. Non mi piacciono gli auguri e le sorprese. I numeri,
gli orologi, i calendari. I cassetti chiusi, gli armadi vuoti.
Ho paura della morte, ma anche della vita. Della malattia e della sofferenza. Degli incidenti e degli
imprevisti.
Detesto i limiti, ma necessito di confini.
E temo le domande, i dubbi. I desideri e le promesse. Gli abbracci, le carezze.

MANCINI MARA

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