Romanticismo europeo: teoria della tragedia e critica come autobiografia

Romanticismo europeo: teoria della tragedia e critica come autobiografia
LAMBERTI ENZA
LAMBERTI ENZA
Codice Prodotto: 978-88-98257-90-4
Disponibilità: In Magazzino
Prezzo: 25,00€

In Romanticismo europeo: teoria della tragedia e critica come autobiografia, Enza Lamberti disegna un quadro ampio e articolato di uno dei momenti più intensi del dibattito romantico intorno a due temi identificativi della nuova temperie culturale tra XVIII e XIX secolo, scegliendo come punto di partenza la narrativa preromantica italiana, rappresentata dalla tensione sperimentale di Alessandro Verri, e collegandola, da una parte, con le fonti europee sulla sensibilità per il sublime artistico e naturale, che dalle originarie riflessioni estetiche di Longino e Boileau si estendono alle ridefinizioni di Burke e di Addison, dall’altra, con uno degli esemplari di tragedia romantica, in cui Silvio Pellico fa emergere, come elementi costitutivi dell’azione scenica, l’orrore e la pietà. Proprio sull’i - dea del tragico, che con maggiore profondità avrebbe potuto interpretare le contraddizioni dell’animo romantico, fondamentale risulta il ruolo svolto dalle riviste, in particolare da «Il Conciliatore» e dalla «Biblioteca Italiana», nel duplice e rispettivo aspetto di una tragedia di ispirazione nazionale e di mediazione fra storia e immaginazione, con riferimenti precisi al sistema drammaturgico inglese e tedesco, da Shakespeare a Schiller, non applicabile, secondo l’autrice, a quello italiano, rappresentato dalle opere tragiche di Alfieri. In questo senso, risultano illuminanti le osservazioni di Foscolo su Goethe e soprattutto su Manzoni intorno alla «Nuova scuola drammatica italiana», il cui complesso iter testuale la Lamberti filologicamente ricostruisce dalle originarie contaminazioni redazionali all’attendibile stesura finale. La terza parte del lavoro è organicamente dedicata all’altro versante del pensiero romantico, la fondazione della critica letteraria moderna, che se raggiunge il punto di approdo nella saggistica desanctisiana, messa sempre a confronto con le esegesi novecentesche, ha il suo fulcro e il suo iniziatore in Ugo Foscolo, indagato sia nelle sue molteplici, ma sofferte, esperienze di collaborazione con i più autorevoli periodici inglesi, in cui pone Dante, Petrarca e Boccaccio al centro di un’er - meneutica di respiro europeo, sia nel contributo alla critica di se stesso, che dall’«Ortis» al «Discorso» sulla «Commedia» si svolge lungo un sotteso e suggestivo percorso autobiografico.

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